Quanti di voi sanno cosa sia un Bankster? E’ la contrazione delle parole Banchiere e Gangster. E’ una parola che fu coniata, nel Giugno 1933, dal Giudice Inglese Ferdinand Pecora.
Il termine è poco diffuso, eppure, rappresenta l’esatta definizione del banchiere tipo: persona che specula per trarre profitti, in special modi in tempi di crisi.
Altra domanda: quanti di voi conoscono le motivazioni che hanno portato alla crisi economica che subiamo ormai da sette anni a livello planetario? Vi ricorda qualcosa la Lehman Brothers? Era quella potente società di servizi finanziari fondata nel 1850 e fallita nel 2008. L’anno d’inizio della crisi economica mondiale.
L’immissione sui mercati azionari di un’enorme quantità di titoli tossici, da parte della Lehman Brothers, presentò il suo conto verso la metà di settembre del 2008
Il fallimento della Lehman Brothers, attualmente ancora in procedura di bancarotta, fu il motivo che spinse le grandi e potenti banche statunitensi, a prendere una grossa decisione fra due opzioni: fallire di conseguenza, per l’effetto domino causato dalla bancarotta della Lehman Brothers o scegliere di salvarsi e far pagare tutto alle popolazioni, non solo quella statunitense.
Piuttosto che andare mandare a gambe per aria il sistema bancario statunitense, si preferì creare un piano di salvataggio per le banche, e arrestare immediatamente la corsa dei correntisti che stavano compulsivamente ritirando il loro denaro dai conti correnti bancari. Oltre ciò, la crisi bancaria in pochi mesi aveva realizzato sfasci di ogni tipo: disoccupazione, crollo della borsa USA, PIL in caduta libera come mai prima era avvenuto.
Questa decisione, presa in fretta e furia a soli quattro giorni dalla dichiarazione di bancarotta della L.B., tracciò la strada del futuro infernale che avrebbe aggredito per molto tempo milioni e poi miliardi di persone peggio di una vera e propria guerra mondiale. Gli effetti di una depressione economica così grave e di così lunga durata, sono quasi maggiormente devastanti di un conflitto.
E’ quasi del tutto impossibile infatti, fare un conteggio delle vittime, poiché esse sono – nella maggior parte dei casi e fortunatamente – in vita, ma la condizione umana in cui si è costretti a vivere, appare come una gogna perenne, una schiavitù senza possibilità di liberazione, una cessazione della speranza e della visione di un possibile futuro migliore.
In tutto ciò, deve essere chiarito un punto fondamentale: quando si decise di salvare le banche, si decise nello stesso istante di decimare la popolazione mondiale. Le riforme restrittive, la crisi che non passa mai, tutte le decisioni prese dai governi – compresi i nostri – che sembrano sortire dalla mente malata di qualche paranoico in vena di scherzi contro l’umanità, sono assolutamente, scientificamente, volute. L’abbattimento della classe media, a livello planetario, ha una ragione. Si impoverisce il maggior numero di persone per arricchire un esiguo gruppo di lobbisti a livello internazionale.
Le popolazioni diventano schiave perenni del Capitalismo, e ai governi è dato solo il compito di imbastire qualche scusa, qualche promessa vana, qualche discorso senza capo ne coda, allo scopo di mantenere un certo livello di ordine sociale, mentre si tesse la tela che avviluppa per sempre un esercito di schiavi al comando di pochi esseri umani.
Le famose “riforme rigorose”, imposte dalla voce della Merkel, comandante in capo della guerra contro le popolazioni europee, sono zeppe di norme che negano sempre più, i diritti umani sanciti da ogni buona Costituzione. L’essere umano, deve pagare in ogni modo la disfatta – effettiva – delle banche internazionali, ma non devono saperlo, tanto che, quando nuova linfa economica è immessa nel sistema internazionale bancario, a salvaguardia dell’incolumità, sono rare le reazioni dei cittadini, che non comprendono del tutto cosa stia accadendo.
E’ facile: svuotano le tasche alle persone comuni e versano nelle loro casse, realizzando così un giochetto niente male: loro diventano mostruosamente ricchi e potenti, le popolazioni vengono sconfitte in ogni senso. Oltretutto, impoverendo metodicamente le popolazioni, non si da loro possibilità di reagire. Togli oggi, togli domani, succede come con le rane: bollite a fuoco lento, non si accorgono di morire.
Il progetto quindi è semplice nella sua mostruosità, e lo si doveva capire anche attraverso un altro criterio: sono le banche centrali ad avere la sovranità economica, che significa in termini spiccioli, che hanno potere decisionale sull’immissione di moneta, sulla creazione del denaro e gli importi da diffondere sul mercato. Questa sovranità, se davvero esistesse la Democrazia, andrebbe data ai governi, che – ognuno per se nelle varie nazioni – dovrebbe essere in grado di sapere cosa giova alla nazione che rappresentano. Invece no: la decisione sull’immissione di valuta è in mano alle banche.
Tutto ciò, deve chiarire una cosa: non vi sono possibilità di uscire dalla crisi economica. Almeno non per noi, gente comune. E non esistono speranze che la politica possa fare qualcosa per il bene delle popolazioni: il caso Tsipras vi sia di esempio, una pedina in mano ai lobbisti. Ha interpretato, per breve tempo, il personaggio del salvatore della patria, dando speranze anche alle altre nazioni europee. Poi, è uscito di scena, senza nemmeno chiedere scusa.
Ogni volta che vi viene da pensare che i politici non sappiano cosa fanno, pensateci bene: lo sanno eccome. Riflettete ad esempio sull’eterna promessa, nel nostro paese, di tagliare la spesa pubblica. Mai messa in atto. La spesa pubblica continua a salire, di conseguenza sale la pressione fiscale, che serve a impoverire la popolazione, a negare il diritto all’esistenza, dal momento che ormai si lavora (quando si è fortunati) per oltre sei mesi all’anno, solo per pagare tasse e imposte. Un genocidio. Calcolato esattamente.
Vi consiglio la rilettura di un mio articolo, pubblicato nel 2012. che tratta l’argomento del Trattato ESM – Fondo salva Stati. “Salva Stati” appunto, non “Salva popolazioni” Meditate…
"Il Fondo Salva Stati Esm e la dittatura economica" di Emilia Urso Anfuso
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