
Mi piace immaginare il campo quantico come un teatro, un teatro in cui viene rappresentato tutto ciò che accade nell’Universo, un recipiente che contiene il Tutto e al di fuori del quale vi è il nulla. Questo teatro è la coscienza dell’Universo e ciò che noi oggi comunemente chiamiamo coscienza umana altro non è che una serie di aspetti differenti della medesima coscienza dell’Universo. In pratica, ci illudiamo di essere separati da essa,produciamo un’illusione (il maya indiano) e non ci rendiamo conto di come il campo quantico serva proprio per interconnettere tutto ciò che è presente sul teatro.Ognuno di noi è connesso con tutto ciò che lo circonda, che si tratti di persone o di pianeti, non c’è differenza, tutto è interconnesso, perché tutto è Uno. E non sono io a dirlo, dal Buddha ad Einstein il concetto è chiaro: siamo Uno! La coscienza è il fondamento dell’esistenza, al di là del nostro cervello e di qualsiasi cosa che possiamo immaginare, ipotizzare o intuire.
I primi fisici della storia separarono il mondo in materia e pensiero, poi in materia ed energia. Significa che consideravano ciascun elemento del dualismo come separato l’uno dall’altro. Questo modello culturale ha influenzato per secoli la nostra visione del mondo con il risultato che fino a qualche tempo fa quasi tutti coltivavano l’idea che la realtà che vivevamo fosse già predeterminata e che nessuno avesse le facoltà di cambiare le carte in tavola con le proprie azioni, o figuriamoci, con i propri pensieri. Ma non solo i fisici, anchela religione Cristiana imponeva le sue idee: Dio ha creato il cielo e la terra, piante e animali, tutto in sei giorni, quindi la realtà era già bella e pronta, creata, e ciascuno di noi non poteva far nulla per modificarla o, eventualmente, crearne una nuova. Poi i vari Cartesio, Newton, affermavano di come la realtà operasse in base a principi meccanicistici, e consideravano l’Universo e gli stessi esseri umani come “macchine” che potevano essere frammentate in pezzi da studiare e misurare. In questo modo si andava perdendo di vista l’intero, e si dava sostanza al paradigma della separazione di tutte le parti dell’Universo e degli uomini. L’idea base della filosofia della frammentazione si fondava sulla teoria che tutto ciò che esiste in questo Universo galleggi in un vuoto cosmico, un vuoto che separa ogni cosa l’una dall’altra.

Quindi, è agli sperimentatori quantistici come Einstein, Planck, Bohr, De Broglie, Everett e a tanti altri, ai quali dobbiamo la nostra riconoscenza per averci evidenziato come, in quello che un tempo era ritenuto il vuoto cosmico, esiste in realtà un campo di energia molto particolare: il campo quantico. Un campo quantico di energia potenziale, un campo che custodisce caratteristiche molto particolari e che pervade l’intero Universo, di ciò che si vede e di ciò che non si vede. Tutto, compresi noi esseri umani, siamo immersi in questo campo, in modo tale che grazie ad esso ogni minima parte del cosmo, qualunque cosa sia, è istantaneamente in contatto con il Tutto. Naturalmente una tale visione determina un capovolgimento totale della percezione della realtà e dell’Universo. Tutto è collegato e unito “in” e da questo campo di energia. Siamo intimamente legati ad ogni cosa, e ad ogni essere vivente nell’Universo, e la “separazione” altro non è che un’illusione, un banale errore di prospettiva
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La realtà fondamentale del cosmo è che noi siamo tutti uniti dall’energia “virtuale” di questo campo quantico. Nel campo quantico infatti, non esiste né lo spazio né il tempo, in quanto, non essendoci separazione, l’informazione NON viaggia da un punto A ad un punto B, ma è istantanea, perché il campo è cosciente, e il punto B sa immediatamente ciò che accade al punto A. Questa è la coscienza dell’Universo.

La realtà fondamentale del cosmo è che noi siamo tutti uniti dall’energia “virtuale” di questo campo quantico. Nel campo quantico infatti, non esiste né lo spazio né il tempo, in quanto, non essendoci separazione, l’informazione NON viaggia da un punto A ad un punto B, ma è istantanea, perché il campo è cosciente, e il punto B sa immediatamente ciò che accade al punto A. Questa è la coscienza dell’Universo.

Di fatto, la scienza di oggi, forse senza volerlo, punta nella direzione degli insegnamenti spirituali dei grandi maestri della sapienza antica, ed è un gran bene per tutti noi, in quanto il campo di energia quantica che pervade tutto l’Universo è ciò che le antiche tradizioni hanno di volta in volta definito come “Spirito di Dio”, “Energia Universale”, “Coscienza Cosmica”, “Piano Eterico” e via dicendo. Questa direzione intrapresa ci potrà fornire numerose risposte, non solo perché il campo quantico è in grado di risolvere molti degli enigmi della scienza, ma soprattutto perché può dare la spinta definitiva all’umanità per un salto quantico della coscienza verso un mondo non più frammentato, regno delle macchine e della separazione, bensì verso un mondo unitario e coerente, dove non ci siamo noi e gli altri, ma solo l’Uno, indiviso e indivisibile.
“L’essere umano è una parte di quel tutto che noi chiamiamo “Universo”, una parte limitata nello spazio e nel tempo. L’uomo sperimenta sé stesso, i suoi pensieri e i suoi sentimenti scissi dal resto — una sorta di illusione ottica della propria coscienza. Lo sforzo per liberarsi di questa illusione è l’unico scopo di un’autentica religione. Non per alimentare l’illusione ma per cercare di superarla: questa è la strada per conseguire quella misura raggiungibile della pace della mente.” Albert Einstein
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